Ugo Scassa era sempre rimasto particolarmente attratto dalla capacità di Klee di lavorare con i colori, una sorta di attenta tessitura, esattamente come quelle che portavano avanti le tessitrici coadiuvate dalla sua direzione e considerava le opere di Klee particolarmente adatte a diventare arazzo, realizzandone diciannove in soli undici anni. Gli piacevano in modo particolare e ogni nuova opera da Klee trasposta e iniziata ai telai astigiani ha rappresentato una vera e propria sfida, in termini di ricerca, interpretazione e perizia tecnica.
Il percorso artistico di Paul Klee ci riporta indietro nel tempo, al periodo intercorso tra le due grandi guerre, quando nel 1919 il Bauhaus, letteralmente Casa della Costruzione, iniziò le sue attività per volontà dell’architetto tedesco Walter Gropius, fondatore nella città di Weimar di una scuola d’arte. I principi del Bauhaus erano prima di tutto la mutua collaborazione tra maestro e allievo, argomento di stringente democrazia che portò alla soppressione della scuola nel 1933 per volere del regime nazista.
L’idea di base, come reazione al mondo culturale e artistico all’epoca imperante, era lo stretto rapporto fra artigianato e arte, nel desiderio di unire tutto questo alla nascente tecnologia: muovendosi da queste premesse, nel Bauhaus si sperimentò la costruzione di una cultura artistica non elitaria, procedendo alla nascita del design così come lo conosciamo oggi. A insegnare presso questa celebre scuola, Gropius chiamerà gli artisti le cui sperimentazioni erano più avanzate, ad esempio Vassily Kandinsky e nel periodo 1920-1921, Paul Klee. Fu questa un’esperienza che si dimostrò da subito importante e diede l’occasione all’artista di entrare in contatto con i numerosi creativi che parteciparono a questo fondamentale esperienza.
Secondo Ugo Scassa tutto questo era un valore aggiunto, una ricchezza. Una sfumatura nella sfumatura. Per il suo modo così innovativo di intendere l’arte Klee è considerato uno dei padri fondatori dell’idea di colore nell’arte contemporanea, a nome dell’artista svizzero va infatti ricordato un famoso studio sulla teoria dei colori. Si tratta di una analisi basata su un prospetto diviso in sei parti, in cui i complementari sono posti in relazione ai primari secondo un’idea che richiama il principio di movimento, l’interazione tra le varie tinte basata su transizioni dinamiche. Movimento e transizione percepiti dalla vista e dall’anima.
Quest’idea di movimento e azione del colore, avrà sicuramente colto in pieno lo stesso sentimento d’arte di Ugo Scassa, spingendolo a dedicare all’artista svizzero un gruppo nutrito di opere in lana tessuta ad alto liccio. In questa produzione imperversa il blu, declinato in moltissime sfumature, quasi un colore totemico, a metà tra il vuoto, il cielo diurno, l’indefinito spazio notturno.
Klee iniziò ad insegnare al Bauhaus il 13 maggio 1921, inizialmente in un corso di composizione pratica quindicinale, dando il via al suo primo semestre regolare nel novembre dello stesso anno. Nel corso dell’inverno 1925-1926 e fino al 1930, Klee tenne un corso di design, alternando lezioni ed esercitazioni e, più o meno nello stesso periodo, aggiungendo il corso di design tessile, avendo tra gli altri allievi due nomi di rilievo per la storia della tessitura e dell’arazzo stesso, Anni Albers e Gunta Stölzl.
Le sue lezioni di tessitura erano dedicate in modo particolare allo studio e al disegno planimetrico delle superfici, insegnando la sua teoria del colore ed evitando il più possibile l’aspetto dogmatico dell’insegnamento, permettendo agli allievi lo sviluppo delle specifiche capacità. Proporzioni, immagini riflesse, forme e colori primari, tutto questo rientrava nel suo programma didattico.
Dunque Klee non è soltanto uno degli artisti prediletti da Ugo Scassa ma rappresenta anche l’ideale punto di contatto tra una casa d’arte come l’Arazzeria Scassa, luogo di formazione e diffusione dell’arte e il Bauhaus, sotto certi aspetti il movimento di design più innovativo del secolo scorso.
Dobbiamo ricordare che il laboratorio di tessitura del Bauhaus era all’epoca probabilmente il più progressista e di successo e i suoi tessitori, docenti e allievi, inventarono il concetto di design tessile contemporaneo, in un mondo in cui tessitura e arte si intrecciarono continuamente mosse dal rapporto tra disegno e tessitura, così come accade ancora oggi nell’atelier della Certosa di Asti.
I preziosi diari di una delle sue allieve, Gunta Stölzl, ricordano come Paul Klee avesse un grande amore per i tessuti e mentre i tessitori erano incredibilmente influenzati dal suo uso del colore, i dipinti di Klee erano a loro volta influenzati dalle creazioni del laboratorio di tessitura. Klee dimostrò sempre un grande interesse per la tessitura, intrigato dalle sottigliezze di colore che si verificano incrociando fili di ordito e fili di trama e interagendo in classe con gli studenti tessitori, Klee iniziò a utilizzare tessuti sempre più insoliti nei suoi dipinti, tra cui cotone, iuta e seta, per esplorare il dialogo tra la pittura e le molte trame distinte dei diversi supporti.
Il desiderio continuo di esplorare e di non dare per scontato nessun possibile approccio, portava Klee a modificare continuamente il suo metodo di insegnamento, dando alcune dimostrazioni e lasciando agli studenti il compito di elaborare disegni e opere. Paul Klee stesso comprò tessuti elaborati e prodotti dal Bauhaus, ad esempio un tappeto creato da Ida Kerkovius e un panno tessuto da Otti Berger.
Artisti come Kandinsky e Klee, con una formazione musicale, percepiva gli atti creativi come intimamente connessi, la musica richiama la pittura, la pittura evoca il gesto di chi è seduto al telaio e con pazienza tesse.
Klee era figlio di genitori musicisti, il padre suonava, la madre cantava, lui stesso suonava il violino e aveva persino accarezzato l’idea di intraprendere una carriera musicale. Secondo Paul Klee l’idea stessa di polifonia, sottesa alla musica come la intendiamo nella sua accezione più comune e cioè quel tipo di scrittura musicale che prevede l’uso simultaneo di più temi musicali, può essere applicato alla pittura. Anche se ferme sulla tela, sul tessuto, sul panno, le immagini possono rendere percepibile la sensazione del divenire temporale persino più dell’ascolto di un brano musicale.