Artisti
Astratto
da Carla Accardi
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
Turbonave Raffaello
Carla Accardi appartiene a quel nucleo di artisti che, nell’immediato Dopoguerra, contribuì in maniera determinante all'affermazione in Italia dell'arte informale, membro fondatore dei gruppi artistici italiani Forma 1, nel 1947 e Continuità, nel 1961. A partire dagli anni Sessanta iniziò un’importante sperimentazione di alternanza e rapporto tra bianco e nero, adottando materiali diversi da quelli in uso per la pittura classica, utilizzando ad esempio teli e tendaggi di plastica come supporto, alla ricerca di un valore meno totemico del dipinto. Lo studio delle componenti basiche del bianco e del nero torna nel disegno preparatorio utilizzato per produrre l’arazzo Scassa, destinato ad essere esposto sul transatlantico Raffaello, presso il Gran Bar Atlantico. Si trattava in realtà di un vero e proprio progetto d’arte: l’opera di Carla Accardi fa infatti parte di una serie di arazzi, realizzati su disegno di diversi artisti, tutti della medesima misura, a tema astratto e con la stessa tinta chiara di fondo.
Composizione, 1964
da Roberto Aloi
Arazzo ad alto liccio in lana, 177x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
Turbonave Michelangelo
Roberto Aloi, artista siciliano, si è espresso nel corso della sua carriera artistica, attraverso l’uso di diversi mezzi, la pittura, la scultura, l’architettura e l’arredamento. Partecipò a cinque edizioni della Biennale di Venezia, tra la fine degli anni Trenta e gli anni Cinquanta e si occupò di editoria, pubblicando una quarantina di volumi d’arte per la Ulrico Hoepli di Milano. Creò opere per diverse turbonavi, la Cristoforo Colombo, la Leonardo da Vinci, la Michelangelo e la Raffaello, producendo quadri, sbalzi e arazzi. Per gli ambienti della Classe Cabina della Michelangelo produsse i cartoni per sei arazzi, due dei quali di notevoli dimensioni, da collocare nel Bar e realizzati presso i telai Scassa. Si tratta di opere d’arte astratta, straordinario connubio di forme e colore, con una ricchezza di sottili sfumature che la tessitura dell’Arazzeria Scassa ha saputo restituire con ineguagliata maestria, permettendo all’arte astratta di esprimersi senza vincoli.
Fontana dell'Acqua Paola al Gianicolo
da Marcello Avenali
Arazzo ad alto liccio in lana, 240x260 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Banca di Roma, Roma
Marcello Avenali, artista romano, studiò all’Accademia di Belle Arti e al Centro sperimentale di Cinematografia, organizzando a Roma, nel 1939, la sua personale presso la Galleria Gallenga. Nominato assistente all’Accademia di Belle Arti nel 1941, si interessò alla pittura murale, realizzando due affreschi in S. Eugenio al Flaminio, sempre a Roma. Presente nelle principali esposizioni nazionali degli anni Cinquanta si interessò, nel corso degli anni Sessanta, alla tecnica d’arazzo, esponendone i risultati alla mostra allestita con Cagli, Guttuso e Mirko Basaldella ad Atene nel 1964 e a Parigi nel 1965. Ebbe un forte legame con l’Arazzeria, tanto da parlare di Ugo Scassa come del “suo” arazziere. Numerose le opere di Avenali interpretate ad arazzo, Composizione astratta, Fontana dell’Acqua Paola al Gianicolo, Figura astratta, Bolla del Banco di Santo Spirito. Di un arazzo su cartone di Avenali, Crocifissione, ad oggi si sono perse le tracce.
Mimi
da Mirko Basaldella
Arazzo ad alto liccio in lana, 265x265 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione Istituzione ai Servizi Sociali Davide Drudi, Meldola (Forlì)
Nato a Udine nel 1910, Mirko studiò a Venezia, Firenze e Monza, vivendo per un certo periodo a Roma, recandosi in viaggio a Parigi e infine decidendo di trasferirsi negli Stati Uniti, per insegnare presso la Harvard University. Mirko conobbe Scassa grazie a Corrado Cagli e ne nacque un’amicizia che portò alla realizzazione di diversi arazzi. Artista dallo straordinario talento, dal segno inconfondibile, Basaldella consegnò nelle mani di Ugo Scassa diversi bozzetti, divenuti nel tempo mirabili arazzi, uno dei quali, Emigranti, venne commissionato dalla Fondazione per le Ricerche Antropologiche Wenner-Gren di New York.
Astratto, 1959
da Olimpia Bernini
Arazzo ad alto liccio in lana, 192x159 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
Turbonave Leonardo
Artista autodidatta, pittrice e collaboratrice dal 1938 al 1941 delle redazioni di Casabella e Domus, Olimpia Bernini sposò nel 1942 l’architetto Vincenzo Monaco. Quest’ultimo ricevette l’incarico, insieme al socio Amedeo Luccichenti, di realizzare l’arredamento per la I Classe delle Turbonavi Leonardo da Vinci e Michelangelo. Olimpia ebbe la possibilità di realizzare un cartone, dal quale venne tratto l’arazzo Astratto, 1959. L’opera si inserisce pienamente nel dialogo informale contemporaneo, portato avanti in quegli anni da diversi artisti italiani, interessati ad inserire l’Italia in un panorama culturale ed artistico di respiro internazionale.
Venere
da Fernando Botero
Arazzo ad alto liccio in lana, 178x255 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Icona dell’arte contemporanea, riconoscibile al pari dei più grandi artisti del nostro tempo, l’arte di Botero trova nel telaio e nell’arazzo una perfetta dimensione, una sua naturale proiezione: mondo e materia morbida, creata tra cotone e lana, l’arazzo amplifica il messaggio dell’artista, così attento alle ridondanze geometriche e al sovrapporsi di spazi e colore. L’ispirazione di Botero unisce molti assunti dell’arte europea, non ultima l’arte italiana: in Italia Botero ha vissuto per diverso tempo, a Pietrasanta in Toscana, cittadina della provincia di Lucca, celebre per le cave di marmo.
Chimera
da Corrado Cagli
Arazzo ad alto liccio in lana, 224x187 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Tra gli artisti più importanti del Novecento italiano, Cagli si formò tra Roma, Parigi e New York. Partecipò attivamente al movimento moderno, sperimentando continuamente tecniche, comprese l’encausto e il mosaico, rivelandosi uno tra gli artisti di maggior peso e richiamo. Il suo sodalizio con Scassa ebbe inizio con la realizzazione di sei arazzi per l’arredamento della turbonave Leonardo da Vinci. Al termine di questa esperienza, Cagli propose a Ugo Scassa di continuare la collaborazione, che si rivelò importante e proficua. Quando Cagli chiese a Scassa se avesse davvero voglia di cimentarsi nelle nuove sfide che via via sarebbe andato a sottoporgli, di trasformare cioè la pittura moderna, così complessa, in un lavoro di trame e fili, l’arazziere rispose: “Guardi Maestro, la cosa migliore è provare”. Nacquero così opere straordinarie. Oggi molti arazzi che rappresentano le sue opere sono conservati presso l’Archivio Corrado Cagli di Roma, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, e presenti all’interno di collezioni pubbliche e private, tra cui la stessa Collezione Scassa.
Composizione, 1963
da Giuseppe Capogrossi
Arazzo ad alto liccio in lana, 142x355 cm
Tessitura Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Proveniente dall’ambiente colto della nobiltà capitolina, Giuseppe Capogrossi partecipò attivamente alla Scuola Romana, insieme a Corrado Cagli e a una nutrita serie di artisti, anche uomini di lettere come Giuseppe Ungaretti, che intrapresero un percorso artistico avvicinandosi a sensibilità espressioniste. Capogrossi iniziò la sua attività artistica imparando dai grandi, copiando Michelangelo e Piero della Francesca, per intraprendere poi una ricerca personale che lo porterà nel tempo in maniera quasi naturale e fluida verso la pittura astratta.
Venne chiamato a partecipare con alcuni suoi disegni alla realizzazione di importanti opere in arazzo per l’allestimento della turbonave Leonardo da Vinci prima e della Michelangelo poi, entrando così in contatto con l’Arazzeria e legandosi di amicizia con Ugo Scassa.
L’attesa
da Felice Casorati
Arazzo ad alto liccio in lana, 212x201 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Felice Casorati dominò con la sua profonda intelligenza artistica, dettata anche da una pluralità di interessi che lo legavano fortemente alla musica, gli ambienti artistici italiani all’inizio del XX secolo. Fu promotore di una scuola di pittura a Torino, in via Mazzini, attiva a partire dal 1921 e dalla quale uscirono artisti come Lalla Romano, Carlo Levi e Daphne Maugham, che sposerà nel 1930. Il contatto tra Casorati e Scassa avvenne su richiesta del primo, che desiderava, per farne dono, creare da una sua opera d’arte un tappeto. Successivamente, alcuni arazzi vennero tessuti su richiesta del figlio di Felice, Francesco Casorati, anch’egli pittore e che a sua volta commissionò a Scassa la messa in arazzo di un suo lavoro, Passeri blu.
Il leone
da Fabrizio Clerici
Arazzo ad alto liccio in lana, 150x200 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Siena
Clerici fu pittore, architetto, scenografo, costumista, fotografo e amico di alcuni fra i più importanti artisti, critici, musicisti e letterati del Novecento, ottenendo riconoscimenti nazionali e internazionali per le sue opere oggi esposte al Museo Guggenheim di New York e al MoMA, al Centre Pompidou di Parigi, al Museo Puškin di Mosca, ai Musei Vaticani. Trasferitosi a Roma nel 1920, Clerici si laureò presso la Scuola Superiore di Architettura nel 1937, vivendo anni di intensa formazione: rimarrà sempre in lui un forte richiamo per la storia, per le vestigia romane, un profondo amore per la pittura e l’architettura rinascimentale e barocca e un interesse archeologico che lo porterà a compiere numerosi viaggi. La sua arte toccherà diversi movimenti artistici, in modo particolare il Surrealismo, incontrando Dalí e stringendo con lui una profonda amicizia. Il contatto tra Clerici e l’Arazzeria Scassa fu la reciproca amicizia con Corrado Cagli, Clerici infatti frequentava il medesimo ambiente romano di artisti e personalità di cultura di Cagli.
Astratto, 1963
da Michelangelo Conte
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Artista di lunga carriera, sperimenterà nel corso della sua produzione, diverse forme d’espressione, spaziando dalla pittura agli intonaci, dagli smalti ai metalli. Nel corso del Novecento il suo nome è presente all’interno dei principali movimenti artistici d’avanguardia, segretario dall’Art Club e successivamente collaboratore della Fondazione Origine oltre che esponente del Movimento Arte Concreta. Sarà proprio tramite quest’ultimo ambiente che parteciperà, a metà degli anni Sessanta, alla creazione di opere d’arte, insieme ad altri artisti, per la turbonave Raffaello, realizzando il cartone per l’arazzo Astratto, 1963.
Composizione astratta
da Paolo Conte
Arazzo ad alto liccio in lana, 112x200 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Palazzo di Giustizia, Asti
Musicista affermato a livello nazionale e internazionale, Paolo Conte nasce ad Asti, da una famiglia di avvocati, avvocato lui stesso. Amico di lunga data con Ugo Scassa, condivisero la passione per l’arte. L’arazzo Composizione astratta è tratto da un disegno realizzato da Paolo Conte e appartiene a un gruppo di opere d’arte commissionate per il nuovo Palazzo di Giustizia di Asti. Il richiamo è all’esperienza e al percorso artistico del Novecento, in un’infinità di cambi di direzione e performance coloristiche intense che ricordano da vicino la stagione dell’Espressionismo, soprattutto nell’uso dei rossi accesi, vivi, senza ricerca di armonie tonali o sfumature sofisticate ma, piuttosto, di un colore che è sintomo di qualcosa di profondo e simbolico, una stesura della materia che è “espressione” del sentimento. La mano di Paolo Conte è interpretata, in questo arazzo realizzato dai telai Scassa, in un interessante gioco di sfumature che stringono ed esaltano i tratti scuri.
Astratto, 1959
da Antonio Corpora,
Arazzo ad alto liccio in lana, 180x210 cm
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Arazzeria Scassa, Asti
Turbonave Leonardo da Vinci
Artista di formazione internazionale, nato a Tunisi da genitori di origini siciliane, frequentò gli ambienti post-impressionisti, cubisti e fauves, stabilendosi definitivamente in Italia a partire dal 1945. Collaborò nel tempo con varie riviste italiane su argomenti di pittura e letteratura, sostenendo vigorosamente le ragioni di un'apertura della cultura italiana ai grandi movimenti del '900 europeo. In quegli anni Corpora dipinge opere figurative, soprattutto paesaggi e nature morte, che alterna, a partire dal 1934, con composizioni astratte; in questi lavori appare una sensibilità coloristica, di matrice post-impressionista e fauve, che lo accompagnerà in tutta la sua attività. A Roma frequentò lo studio di Renato Guttuso, partecipando, con le sue opere e con vari scritti, al vivace clima culturale dell'immediato dopoguerra. Tre cartoni di Corpora verranno selezionati per diventare altrettanti arazzi per la nave Leonardo da Vinci.
L'Arlecchino
da Salvador Dalí
Arazzo ad alto liccio in lana, 184x136 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Chieri (To)
Artista tra i più noti del Novecento, personaggio di spicco della corrente surrealista e dadaista, Dalí rientrò nell’orizzonte dell’Arazzeria Scassa quando un collezionista piemontese chiese ed ottenne il permesso di realizzare un arazzo tratto da una incisione del celebre pennello spagnolo. Il disegno in questione risale al 1968, si tratta dunque di una produzione matura dell’artista che, nato all’inizio del secolo e genio precoce della pittura moderna, ha all’attivo una ricca vita artistica. L’Arlecchino, soggetto dell’arazzo, ha intonazione lirica e poetica, un’infinità di sfumature fa da scenario alla figura del musicante-marionetta.
Gli addii di Ettore e Andromaca
da Giorgio de Chirico
Arazzo ad alto liccio in lana, 186x156 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Firenze
Ugo Scassa conobbe Giorgio de Chirico, caposcuola dell’arte metafisica, nel 1976 a Roma, durante una visita alla Galleria Ca’ d’Oro di via Condotti. L’artista espresse in quell’occasione il desiderio di vedere una sua opera trasformata in arazzo, idea che entusiasmò non solo l’arazziere ma anche Corrado Cagli che chiese di essere presente all’incontro. Purtroppo Cagli morì prima del possibile appuntamento e de Chirico lo seguì due anni dopo. Il progetto venne dunque accantonato, fino all’incontro con Nicolò Martinico, gallerista siciliano amico di de Chirico che si adoperò perché Scassa fosse ricevuto dalla vedova Isa. L’arazziere giunse nella casa romana di via Trinità dei Monti e Isabella Pakszwer si dimostrò favorevole all’idea, gli accordi vennero stilati e sono oggi conservati negli archivi della Fondazione de Chirico. Si concretizzò nel tempo il progetto di dare forma a sette differenti arazzi.
Astratto, 1963
da Roberto Ercolini
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Livornese, studiò all’Istituto d’Arte della sua città natale ed espose successivamente a Milano e in diverse collettive a partire dal 1955. Si avvicinò progressivamente all’arte astratta, dissolvendo la forma, trasformandola inizialmente in un mondo, una sorta di macchina colorata, traducendo poi aspetti e gesti in una visione più ferma, alternando bianchi e grigi. Per il transatlantico italiano Raffaello realizzò il cartone per l’arazzo Astratto, 1963, opera parte del più ampio progetto creativo che prevedeva un insieme armonico di ventuno arazzi, dalle medesime dimensioni e con lo stesso colore neutro di fondo.
La natura all'aurora
da Max Ernst
Arazzo ad alto liccio in lana, 190x236 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Quando Max Ernst, artista nato a Colonia, fuggì dall’Europa grazie all’aiuto di Peggy Guggenheim, sua futura moglie, le basi per il Surrealismo erano già presenti e avevano dato i loro frutti. Max Ernst, uno degli artisti più conosciuti di questa corrente artistica, sperimentò diverse e nuove espressioni artistiche, ad esempio il frottage ed il grattage, incrociando nel corso della sua vita numerosi artisti, con i quali condivise interessi e aspirazioni. Parteciperà alle attività surrealiste fino a quando i continui contrasti con André Breton, indurranno Ernst ad abbandonare il gruppo nel 1938. Incrocerà la storia dell’Arazzeria Scassa per la realizzazione di alcune opere, su richiesta di committenti privati, che si rivolsero all’artista per poter ottenere il permesso di tessere arazzi dalle sue opere; Ernst considerò i grandi panni tessuti ad Asti una prova d’amore per la sua pittura, ripromettendosi un giorno di visitare l’Arazzeria Scassa.
Astratto, 1963
da Edoardo Giordano
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Nato a Napoli all’inizio del Novecento, Edoardo Giordano frequentò inizialmente gli ambienti artistici a lui più vicini, per trasferirsi in seguito a Milano e a Parigi, dove frequenterà Pablo Picasso e il pittore russo naturalizzato francese Chaïm Soutine. La maturità artistica lo porterà, grazie anche al desiderio di esprimersi attraverso l’uso di forti cromatismi, verso la pittura astratta, entrando in relazione con esponenti del MAC, il Movimento Arte Concreta, fondato a Milano con l’obiettivo e la volontà di rinnovare l’arte secondo un principio totale, per cui tutti gli aspetti espressivi ed artistici erano coinvolti in questo nuovo inizio. Realizzò un disegno per gli arazzi della turbonave Raffaello.
Simboli del Concilio
da Ezio Gribaudo
Arazzo ad alto liccio in lana, 180x140 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Artista internazionale e poliedrico, Ezio Gribaudo rappresenta oggi la memoria artistica delle grandi stagioni dell’arte contemporanea, avendo vissuto in prima persona e da protagonista le rivoluzioni dal primo Novecento a oggi. Studente all’Accademia di Brera prima e al Politecnico di Torino poi, Gribaudo entrò in contatto con le personalità artistiche di maggior rilievo, spostandosi tra Europa, Stati Uniti e America del Sud. Nel corso di questi viaggi conobbe molti artisti, rimanendo sempre a contatto con le più importanti realtà artistiche nazionali ed internazionali. Nel 1976 convinse Peggy Guggenheim a esporre parte della sua vasta ed importante collezione alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino, città nella quale Gribaudo ha il suo studio. Il progetto e l’idea di realizzare un arazzo, tessuto presso l’Arazzeria Scassa, nacque in occasione del Concilio Ecumenico Vaticano II indetto da Giovanni XXIII nel 1965.
Astratto, 1963
da Costantino Guenzi
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Milanese di nascita, Guenzi studiò a Monza e all’Accademia di Brera di Milano, avvicinandosi progressivamente alle istanze artistiche più innovative, ad esempio quelle tracciate sulla tela da Jackson Pollock e Nicolas De Staël. All’intensità della pittura ad olio Guenzi alternò esperienze diverse, la trasparenza delle gouaches, degli acquerelli e dei disegni, unendo tracce e trame raffinate ma al tempo stesso di spessore, con un segno che attinge sempre, in perfetto equilibrio, ad un'ampia gamma semantica, dal graffio al tratteggio quasi geometrico. Realizzò il disegno Astratto, 1963 per la motonave Raffaello, andando così a contribuire alla serie di ventuno arazzi creati per il Gran Bar Atlantico.
Bosco a Velate
da Renato Guttuso
Arazzo ad alto liccio in lana, 180x232 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Archivio Guttuso, Roma
Voce forte e importante della pittura del Novecento, Renato Guttuso trasportò con vigore e determinazione l’arte italiana nel contesto politico, legando la sua ricerca pittorica alla realtà, affiancando ai temi politici e sociali, soggetti di genere tradizionale come nudi, ritratti, nature morte e paesaggi. Renato Guttuso e Ugo Scassa si conobbero grazie alla reciproca amicizia con Corrado Cagli, agli inizi degli anni Sessanta. Il panno tessuto, voluto da Guttuso, presentò non poche difficoltà nella trasposizione in arazzo e la straordinaria opera uscita dai telai astigiani venne vista per prima da Corrado Cagli, che rivendicò quel diritto in nome dell’amicizia. Guttuso consigliò Scassa di continuare a produrre arazzi, senza ascoltare pareri e consigli, ma di procedere così, con la sua meravigliosa, antica arte.
Giallo, rosso, blu
da Vassily Kandinsky
Arazzo ad alto liccio in lana, 190x304 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Vassily Kandinsky è riconosciuto oggi come uno dei grandi artisti del Novecento, considerato il primo ad aver dipinto opere completamente astratte. Moscovita di nascita, dopo aver conseguito ottimi risultati di studio presso l’Università, decide di rifiutare la proposta di docenza di Diritto Romano presso l’Università di Dorpat, trasferendosi successivamente a Monaco, studiando arte prima privatamente e poi all’Accademia di Belle Arti. Iniziò così il suo percorso, che lo porterà a tracciare una delle esperienze artistiche più importanti del XX secolo. Le sue sperimentazioni si fecero via via più intense e profonde, l’eredità figurativa lasciò il posto ad un nuovo linguaggio che l’arazzo amplifica e magnifica.
Fiori notturni
da Paul Klee
Arazzo ad alto liccio in lana, 201x209 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Paul Klee, celebre artista svizzero, docente al Bauhaus e protagonista di una delle esperienze creative maggiormente rappresentative del Novecento, è stato uno degli artisti moderni più amati da Ugo Scassa. In arazzo vennero trasposte ben tredici opere di Klee, alcune facenti parte oggi di collezioni private, altre entrate nel patrimonio della Collezione Scassa. L’interpretazione coloristica, dinamica e in perenne movimento, che Klee descrive nei sui testi critici e che dona alle sue composizioni, piaceva in modo particolare all’arazziere astigiano; richiamava in qualche modo il concetto di colore e movimento che meglio interpretava la stessa tecnica di movimento e creazione del colore, nella tessitura d’arazzo.
Astratto, 1964
da Beatrice Lazzari
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, Beatrice Lazzari iniziò il suo percorso artistico trasferendosi a Roma. Qui avrà modo di sperimentare espressioni che la allontaneranno progressivamente dalla tradizione figurativa, divenendo una pittrice di successo, esponendo negli eventi più importanti lungo tutto il corso della sua carriera. Alla fine degli anni Cinquanta decide di abbandonare la pittura ad olio, adottando l’uso di materiali alternativi come sabbia, colla, seta, gesso, tempera e acrilico e dal 1964 iniziò a produrre le opere monocromatiche in grafite per le quali è spesso riconosciuta. Considerata una delle artiste più originali della sua generazione, realizzò un cartone preparatorio per l’arazzo tessuto da Scassa, per la turbonave Raffaello.
Fantasia n° 3
da Umberto Mastroianni
Arazzo ad alto liccio in lana, 185x270 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Nel laboratorio della Certosa di Asti vennero realizzati numerosi arazzi che portano la firma di Umberto Mastroianni, un sodalizio, quello tra Ugo Scassa e l’artista che a lungo visse a Torino, rafforzatosi all’indomani di una personale di Mastroianni, sedici anni dopo il loro primo incontro. Amico di Luigi Spazzapan e Corrado Cagli, Mastroianni condivise volentieri il suo tempo con l’arazziere, scambiando idee e considerazioni d’arte. Per gli arazzi su disegni di Mastroianni, scultore dalla cifra personale potente e distintiva, vennero utilizzate lane dagli infiniti colori, compresi fili d’oro e d’argento per impreziosire e meglio ricordare la solidità dei metalli, tanto cari alla produzione dell’artista. Ne vennero realizzati in totale ventidue, la produzione più elevata dopo quella nata dalla collaborazione con Corrado Cagli.
La danzatrice creola
da Henri Matisse
Arazzo ad alto liccio in lana, 264x209 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Artista di fama internazionale, farà parte inizialmente della corrente artistica dei Fauves per aderire successivamente a nuove sperimentazioni di forme e colori, grazie soprattutto ad una serie di viaggi nel Medio Oriente e in Algeria, nel desiderio di conoscere da vicino l’arte africana. Questo produrrà importanti cambiamenti nella sua arte, includendo ad esempio l’uso del nero come colore a tutti gli effetti. I suoi colori intensi, quasi puri, non modellati, esprimono un sentimento di gioia attraverso motivi vividi, dall’aspetto brillante. Il colore nell’arte di Matisse non è mai semplice ornamento, riempimento di spazio o peggio ancora abbellimento ma strumento principale atto alla realizzazione dell’opera stessa. Tutti questi aspetti coloristici così importanti trovano pieno riscontro nell’arte dell’Arazzeria Scassa di Asti.
Composizione
da Joan Miró
Arazzo ad alto liccio in lana, 122x238 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Joan Miró, artista spagnolo nato a Barcellona, dopo aver frequentato corsi d’arte organizza la sua prima personale nel 1918; l’ambiente in quel periodo è percorso da importanti fremiti di cambiamento, dal Fauvismo
al Cubismo e Miró decide di raggiungere Parigi per conoscere Picasso. Alla ricerca di una misura artistica personale, trasferisce il suo interesse verso il Surrealismo, stringe un’importante amicizia con Max Ernst e iniziando una produzione che non manca di essere istintiva e autentica, con un gusto per la linea e il colore che lo renderanno famoso. Impegnato principalmente nella creazione di arazzi, Ugo Scassa creerà anche un tappeto tratto da una delle opere dell’artista spagnolo.
Astratto, 1963
da Luigi Montanarini
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Fiorentino, formatosi sotto la guida di Felice Carena, Luigi Montanarini fu uno dei protagonisti della Scuola Romana, trasferendosi definitivamente a Roma, orientando la sua ricerca pittorica sulle tematiche legate allo spazio, alla luce e al colore. Al termine della Seconda Guerra Mondiale fondò assieme a Pericle Fazzini, Enrico Prampolini, Joseph Jarema e Virgilio Guzzi, il movimento artistico conosciuto come Art Club, con sede in via Margutta a Roma, esperienza artistica che terminerà il suo percorso nel 1964, quando al connubio di figurativo e astratto subentrerà la rivoluzione della Pop Art. Montanarini frequentò lo storico dell’arte Lionello Venturi, quando quest’ultimo tornò in Italia dopo l'esilio durante il periodo fascista. Le sue scelte artistiche lo portarono a sperimentare opere marcatamente espressioniste e a seguire lavori sempre più astratti, muovendo il pennello a creare segni grafici equilibrati da un uso del colore sapientemente dosato. Realizzerà, come altri artisti dell’Art Club, un cartone preparatorio per uno degli arazzi del transatlantico Raffaello, tessuto ad Asti.
I Gemelli
da Francesco Muzzi
Arazzo ad alto liccio in lana, 250x184 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione dello Stato Francese, Parigi
Francesco Muzzi fu promotore di diverse iniziative culturali e curatore per lungo tempo dell’importante Archivio Cagli di Roma, assistente e collaboratore di Corrado Cagli in qualità di allievo. Muzzi conobbe Ugo Scassa grazie a Cagli, intrattenendo una lunga amicizia volta alla creazione di eventi utili a mantenere viva la memoria del maestro marchigiano. Nel contempo Scassa realizzò alcuni arazzi tratti da opere di Muzzi, in modo particolare alcune figure della serie dei segni zodiacali, che l’artista calabrese realizzò ispirandosi ai lavori di Corrado Cagli. Si tratta delle celebri Carte, interessanti sperimentazioni che Cagli eseguì dando alle figure e allo spazio circostante l’aspetto di una superficie frammentata in sfaccettature. Questi effetti artistici vengono anche chiamati frottage e vennero realizzati, nel corso del Novecento, da Marcel Duchamp.
Astratto
da Gastone Novelli
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Nato a Vienna, partecipò durante la Seconda Guerra Mondiale alle attività partigiane, con drammatiche vicissitudini, intraprendendo subito dopo gli studi per laurearsi nel 1947 in Scienze Politiche a Firenze. Matura il desiderio di dedicarsi all’arte, viaggia in Brasile e in Francia, avvicinandosi alle istanze dadaiste iniziando a produrre ceramiche nel 1955, esponendo collage, creando opere di grafica, scenografie, sculture, oggetti in piombo e vetro. Partecipò alla realizzazione di un cartone per il transatlantico Raffaello, approdando ad una partitura artistica libera, fitta, quasi ingenua, immediata, rappresentativa invece di ritmi interiori.
Cavernicoli e baracche alla Farnesina
da Giovanni Omiccioli
Arazzo ad alto liccio in lana, 217x308 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Roma
Giovanni Omiccioli entrò in contatto con la Scuola Romana, in modo particolare Mario Mafai e Antonietta Raphaël e suo tratto distintivo sarà da subito l’abilità di sviluppare rapide pennellate e spessi tocchi di colore, sempre in bilico tra un’aspra veridicità descrittiva e un profondo lirismo. I lavori che segnano gli anni della Seconda Guerra Mondiale rappresentano il mondo e le vicende sociali dei quartieri più poveri, dipinta con pennellate che risentono profondamente della pittura espressionista, tra la denuncia sociale e la meraviglia di un paesaggio indagato nei suoi aspetti più poetici. È il caso dell’opera trasformata in panno tessuto dall’Arazzeria Scassa, la rappresentazione di uno spazio colmo di colori squillanti, caldi e contrastanti, vivaci rossi, blu e gialli che formano aree di pittura quasi astratta.
Astratto
da Achille Pace
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Insegnate di Decorazione Pittorica presso l’Istituto Statale d’Arte di Roma, fondò con altri artisti il Gruppo Uno, con il quale collaborò fino al 1964. Entrato in contatto con l’Espressionismo tedesco e l’arte di Paul Klee, creò una serie di sperimentazioni informali cui aggiunge materiali filiformi. Segue le attività dell'Action painting americana, arrivata in Italia nel Dopoguerra, ma se ne discosta nel tempo e dopo la morte di Jackson Pollock, si rivolgerà sempre più al materico; il filo di cotone che in un primo momento veniva utilizzato in modo informe e gestuale, si adegua ad aspetti più rigorosi, quasi costruttivi dell’impianto artistico stesso. Creerà un bozzetto per la turbonave Raffaello, che diventerà arazzo presso l’Arazzeria Scassa ed è oggi conservato a Roma.
Astratto, 64
da Ico Parisi
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Mente creativa, già attivo prima della laurea in Architettura, conseguita a Losanna nel 1950, lavorerà come architetto e designer, proponendo soluzioni innovative, nate anche dall’incontro con Bruno Munari e Lucio Fontana. Nel 1948 aveva fondato con la moglie Luisa Aiani, lo studio La ruota che cesserà la sua attività nel 1995. La sua eredità è espressa non solo attraverso interventi urbani ma anche grazie a disegni, chine, vetri e ceramiche. Per il transatlantico Raffaello creò un bozzetto preparatorio per la serie di ventuno arazzi, tutti della medesima forma, dimensione e con lo stesso fondo di colore.
Astratto, 1964
da Achille Perilli
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Laureatosi in Lettere nel 1945 con una tesi sulla pittura metafisica di Giorgio de Chirico, relatore in sede di discussione Lionello Venturi, Achille Perilli fondò con altri pittori un gruppo di sperimentazione artistica per poi avvicinarsi successivamente alle Avanguardie russe. Frequentò lo studio di Renato Guttuso, entrando in contatto con Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato, Enrico Prampolini, Gino Severini, raggiungendo Parigi dove, introdotto da Venturi, poté partecipare al I Congresso Internazionale dei Critici d’Arte. Rimarrà in contatto con molti artisti, avvicinandosi alla fine degli anni Cinquanta al Dadaismo, fondando una casa editrice grafica e collaborando per la realizzazione di un cartone per la nave Raffaello.
Kansai
da Renzo Piano
Arazzo ad alto liccio in lana, 158x232 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Nel 1997 la Kunst-und Ausstellungshalle di Bonn organizzò la mostra Out of the Blue, esposizione di una serie di progetti dell’architetto italiano Renzo Piano e per l’occasione Piano commissionò all’Arazzeria Scassa la realizzazione di un tappeto e due arazzi: l’idea era quella di arricchire la mostra presentando non solo importanti disegni, progetti e plastici ma anche qualcosa di diverso, la trasposizione di progetti in panni tessuti.
Piano accolse Ugo Scassa e la moglie Catia Alcaro, presso il suo studio, a Genova, per discutere insieme quali disegni scegliere e l’arazziere, per presentare le principali caratteristiche del lavoro ad arazzo, portò con sé un panno tessuto su opera di Joan Miró: mancando di vere e proprie sfumature l’artista spagnolo meglio avrebbe rappresentato l’effetto finale di quelle che sarebbero state le creazioni a telaio volute da Renzo Piano.
Astratto, 1963
da Luigi Piciotti
Arazzo ad alto liccio in lana - 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Luigi Picciotti partecipa a quella vitale stagione dell’arte italiana che rese celebre il quartiere milanese di Brera, respirandone l'atmosfera innovativa e dinamica, condividendone l'entusiasmo, la voglia di sperimentare, di vivere con l'arte e nell'arte. Iniziò il suo percorso artistico cercando una firma ed uno stile indipendente e nel giro di alcuni anni passò da superfici cariche dei colori della terra, ai grigi e ai bruni per lasciare spazio ad una pittura che guarda all'informale, mantenendo comunque una formale distanza. Nelle tele dipinte intorno alla metà degli anni Sessanta, cui appartiene il bozzetto per l’arazzo allestito all’interno della motonave Raffaello, Picciotti segna il culmine della sua produzione, in cui il punto di partenza è sempre un riferimento alla realtà.
Astratto
da Giuseppe Picone
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Giuseppe Picone segue studi classici, si laurea in Giurisprudenza ma il richiamo all’arte lo spinge a muoversi come autodidatta, sperimentando pittura, grafica e ceramica. Dopo un periodo di breve apprendistato in qualità di avvocato, aiutò il padre nella vetreria di famiglia, rimanendo affascinato dalle molteplici possibilità che vetro e ceramica condividono. Lascò la bottega paterna per iniziare una carriera che lo porterà a sperimentare diversi linguaggi artistici creativi, avvicinandosi all’arredamento ma anche alla moda e alla creazione di tessuti. Nel 1964 è chiamato a realizzare un cartone per la realizzazione di un arazzo per il transatlantico Raffaello.
Astratto, 1963
da Mimmo Rotella
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Mimmo Rotella è una delle figure di maggior spicco del Novecento, legato al movimento del Nouveau Réalisme e della Pop Art internazionale. Nel Dopoguerra iniziò sperimentazioni e ricerche sull’impiego di materiali e tecniche inusuali in campo artistico, esponendo a Roma, Londra e Parigi, soggiornando negli Stati Uniti e conquistando in breve tempo l’interesse della critica. Incessante sperimentatore, adotterà diversi procedimenti fotomeccanici di riproduzione dell’immagine. Nel 1964 creerà un arazzo per la nave Raffaello, riproponendo l’effetto ricercato nella carta, di frattura e sovrapposizione.
Temporale tropicale con tigre
da Henri Rousseau
Arazzo ad alto liccio in lana, 163x205 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Spagna
Artista dal tratto singolare, Henri Rousseau lavorò per una ventina d’anni come gabelliere nell'ufficio comunale del dazio di Parigi e sarà questo mestiere a valergli il soprannome di Doganiere. Sono gli stessi anni in cui matura il desiderio di dedicarsi alla pittura, senza tuttavia trovare riscontro di interesse nella critica e nel pubblico. Le sue visioni di sogno e fiaba popolare vennero tuttavia apprezzate da alcuni intellettuali, che percepirono l’attenzione alla forma e lo studio del colore, che l’artista esprime soprattutto nell’intrico di una fitta vegetazione lussureggiante. Artista solo all'apparenza ingenuo e incolto, partecipò invece agli importanti fermenti innovativi della sua epoca, i primi riconoscimenti alla sua produzione giunsero infatti da personalità quali Guillaume Apollinaire, Odilon Redon, Paul Gauguin, Robert Delaunay, Georges Braque e Pablo Picasso.
Astratto, 1963
da Piero Sadun
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Piero Sadun partecipò alle attività della Scuola Romana, studiando in particolare le opere di Mario Mafai e di Giorgio Morandi, seguendo un percorso formativo che lo porterà verso espressioni post-cubiste e post-metafisiche. Dopo gli anni Sessanta modula la resa pittorica verso vibrazioni più intense, impasti corposi di materia e colori stesi sottilmente a trame dilatate. Crea così, soprattutto nell’ultima parte della sua attività artistica, un’arte informale personale ed interiorizzata, con singolari effetti luminosi. L’arazzo creato da Piero Sadun per la motonave Raffaello partecipa alla serie di arazzi di medesimo formato e con colore di fondo simile, creati per il Grande Bar Atlantico.
Astratto, 1964
da Antonio Sanfilippo
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Antonio Sanfilippo, dopo gli studi artistici condotti a Firenze e a Roma, iniziò a frequentare lo studio di Guttuso, avvicinandosi al Neocubismo. Sposò nel 1949 Carla Accardi e partecipò alla fondazione del gruppo Forma 1, movimento tra i più impegnati ed attivi sul fronte dell’arte astratta in Italia. Presente alla prima mostra tenutasi presso la sede dell’Art Club, continuerà la sua ricerca artistica orientandosi verso il concretismo di matrice cubista, analizzando in maniera personale il concetto di volume e spazio. Suo un disegno preparatorio destinato a diventare arazzo per la motonave Raffaello.
Astratto, 1959
da Giuseppe Santomaso
Arazzo ad alto liccio in lana, 192x159 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Leonardo da Vinci
Giuseppe Santomaso percepirà la matrice veneziana, sua città natale, come impronta artistica sottesa alle sue numerose esperienze che iniziano nell’importante confronto con l'arte d'avanguardia. Viaggerà alla volta dei Paesi Bassi, per un confronto diretto con l’Impressionismo, il Post-Impressionismo e l’arte dei Fauves. È a questo punto che un secondo elemento cromatico si unisce alla tradizione coloristica, lo studio attento dell’arte di Van Gogh, tale da essere presente nelle ultime opere dell'artista. Nel corso del tempo il suo interesse si concentrerà verso la ricerca inesausta di armonia ed equilibrio.
Astratto
da Antonio Scordia
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Nato in Argentina da genitori siciliani, si formò studiando a Parigi e a Londra, esponendo alla Biennale di Venezia dal 1952, partecipando a mostre in diverse città italiane e straniere. Nell’ambito dell’informale creerà un linguaggio personale, con superfici spaziali organizzate attraverso uno speciale linguaggio talvolta con lontanissimi riferimenti al mondo naturale. Artista poliedrico collaborò alla realizzazione di decorazioni pittoriche per la scenografia del film Satyricon di Federico Fellini. A metà degli anni Sessanta verrà coinvolto nella realizzazione di un cartone preparatorio per un arazzo destinato alla motonave Raffaello.
Il lavoro
da Mario Sironi
Arazzo ad alto liccio in lana, 258x310 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Meldola (FO) Amministrazione Comunale
Mario Sironi rappresenta sicuramente uno spaccato importante della storia italiana, non solo dal punto di vista strettamente artistico ma anche storico. Durante tutta la dorsale del Novecento, creerà un linguaggio personale, dirompente, privilegiando la potenza del tratto, usato quasi come mezzo drammatico. Siamo davanti a forti rivoluzioni, radicali, nella ricerca figurativa che si carica di mondi desolati, cieli plumbei dal sapore industriale, colori acidi che si mescolano a ombre cupe. Sono certamente memorie di un retroterra drammatico, che collocano i soggetti in un ambiente marcato dalla presenza di linee nere, mescolate ai colori della terra. L’opera Il lavoro, realizzata ad arazzo, rientra nell’interessante produzione pseudo-astratta di Sironi; sagome elementari, a volte più complesse, si dilatano sulla superficie quasi monocroma.
Composizione astratta
da Luigi Spazzapan
Arazzo ad alto liccio in lana, 186x271 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Luigi Spazzapan conobbe Ugo Scassa a Torino, quando Scassa gestiva la Galleria d’arte Il prisma. L’arazziere inviava sempre all’artista friulano gli inviti ai vernissages ma questi passava solo per dare un’occhiata, cercando di cogliere cosa accadesse all’interno della Galleria, senza tuttavia mai entrarci. La considerava territorio di Casorati, data la presenza di Scroppo che era assistente alla cattedra di Pittura dell’Accademia Albertina, insegnamento di Felice Casorati, ma anche socio in affari con Scassa. Quando Ugo Scassa, contattato dalla Rai di Torino per la quotazione di alcuni quadri con i quali l’azienda voleva preparare omaggi natalizi, fece tra i primi nomi quello di Luigi Spazzapan, l’artista capì che Il prisma non era terreno ostile e che, anzi, al signor Scassa la sua pittura piaceva. Nacquero così interessanti ed uniche interpolazioni tra la pittura di Spazzapan e l’arte d’arazzo.
Astratto
da Federico Spoltore
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Instancabile ricercatore, Federico Spoltore esplorò diversi ambiti, dallo studio della figura umana alla pittura di paesaggio, dai quadri veristici fino all’arte sacra, raggiungendo infine la pittura non figurativa, intesa come dimensione invisibile resa visibile grazie allo spazio e soprattutto ad un uso specifico del colore. Studiò presso l’Accademia di Belle Arti di Roma per intraprendere poi alcuni viaggi che gli permisero di venire in contatto con realtà diverse. Fu noto ritrattista a livello internazionale, ricevendo commissioni pubbliche in diverse occasioni, ritraendo personaggi pubblici, tra cui Truman, Einstein e papa Pio XI. Gli venne chiesto di contribuire con un disegno per la realizzazione di un arazzo per la turbonave Raffaello.
Dopo la sei giorni
da Emilio Tadini
Arazzo ad alto liccio in lana, 203x163 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Personalità poliedrica dedicata a più ambiti creativi, Emilio Tadini si dedicò alla pittura e alla scrittura, quest’ultima in qualità di poeta, saggista, drammaturgo, traduttore e giornalista. La sua esperienza pittorica si sviluppò per passi successivi, influenzato inizialmente dalla Pop Art inglese, dalla pittura di De Chirico e da Pablo Picasso. Creò un linguaggio espressivo originale, dedicato alla rappresentazione di una dimensione onirica, senza tuttavia tralasciare incursioni nella scultura, con creazioni in vetro e ferro, nel design sia tessile che del mobile e nella grafica pubblicitaria. Collaborò con diverse aziende come la Renault, Costa Crociere, Swatch, Henry Glass e la Gazzetta dello Sport, sua l'immagine dell'84° giro d'Italia. Anche l’arazzo realizzato dall’Arazzeria Scassa è dedicato al mondo del ciclismo e alla gara denominata Sei giorni delle Rose, competizione su pista che si svolge, ogni anno nel mese di luglio, al velodromo Attilio Pavesi, presso lo Stadio Comunale di Fiorenzuola. Gli atleti che vi prendono parte si sfidano in sei giorni di gare competitive.
Astratto
da Alessandro Trotti
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Studente del liceo artistico di Roma, frequentò negli anni Domenico Purificato, Pericle Fazzini, Sante Monachesi, Luigi Montanarini e Corrado Cagli. Si avvicinò all’arte di Henri Matisse e al Cubismo con una pittura fortemente indirizzata allo studio del colore intenso, pensiero pittorico ben presente anche nel bozzetto per Astratto, divenuto poi arazzo. Realizzò alcune esperienze con la fotografia, creando oli astratti su vetro e cellophane passando poi ad esplorare tecniche diverse, ricercando un nuovo dialogo coloristico, analizzando il bianco ed il nero ed il nero con il nero.
Astratto, 1964
da Giulio Turcato
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Appartenente al gruppo Forma 1, Giulio Turcato, dopo una formazione artistica a Venezia, espose in diverse mostre, alla Biennale di Venezia, soggiornando successivamente a Parigi e viaggiando in Oriente, fino a raggiungere New York nel 1957. Il suo astrattismo raggiunge nel tempo una dimensione unica e originale, con un percorso per certi versi contrario a quello di Emilio Vedova, ormai proiettato verso la violenza del segno. Turcato andava invece progressivamente raffreddando le sue creazioni, con colori che sembrano procedere dall’interno della tela verso l’esterno, utilizzando materiali eterogenei come la sabbia. Partecipò alla creazione di opere per i transatlantici Leonardo da Vinci, Raffaello e Michelangelo.
La caccia notturna
da Paolo Uccello
Arazzo ad alto liccio in lana, 185x279 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Romagnano Sesia (NO)
Tra le molte opere create al telaio dall’Arazzeria astigiana è presente anche un arazzo tratto da un’opera del Quattrocento. Quando ad Ugo Scassa venne chiesto di realizzare un arazzo antico, figurativo, l’arazziere si dimostrò da subito contrario, benché si trattasse di esaudire il desiderio di una moglie scomparsa. Il committente non si arrese e davanti alle insistenze, Ugo Scassa ebbe un’idea: avrebbe potuto realizzare un arazzo figurativo tratto dalla produzione di una artista in sé moderno, dal tratto inconfondibile ed originale dopo quasi 600 anni. La scelta cadde su Paolo Uccello e La caccia notturna, opera conservata all’Ashmolean Museum di Oxford. La tempera su tavola, una delle ultime creazioni attribuite all'artista, raffigura una scena di caccia notturna, l’ambiente una vasta foresta immersa in un’atmosfera di fiaba sospesa, popolata di cavalieri, servitori, cani da caccia e prede.
Astratto
da Emilio Vedova
Arazzo ad alto liccio in lana, 160x340 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Veneziano, attirato dal mondo dell’arte da giovane, Emilio Vedova iniziò a dipingere come autodidatta e ad esporre dopo aver partecipato attivamente alla Resistenza. Frequentò diversi ambienti artistici, entrando in contatto con Renato Guttuso e Renato Birolli. Successivamente partecipò alle attività del Gruppo degli Otto, passando da un primo interesse per il Neocubismo ad una pittura con tematiche politico-esistenziali, raggiungendo poi un’espressione artistica legata alle istanze dell’Informale. Visse una parte della sua vita a Berlino, durante gli anni Sessanta, nel desiderio di vivere in prima persona le paure e le tensioni sociali del periodo, divenendo una delle voci artistiche più autorevoli. Dei due arazzi tessuti ad Asti, per i quali preparò i cartoni, uno scomparve, evidentemente rubato nella tratta che la nave Raffaello affrontò tra Napoli e Genova e da allora ne sono andate perse le tracce. Qualcuno staccò l’opera dalla parete, gli arazzi erano agganciati con bottoni automatici, portandolo a terra probabilmente ripiegato e nascosto in una valigia.
Astratto
da Antonio Virduzzo
Arazzo ad alto liccio in lana, 230x120 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Raffaello
Nato a New York da emigranti siciliani, seguì gli studi artistici prima in Sicilia e successivamente frequentò il liceo artistico a Firenze, vincendo un concorso di pittura nazionale. Durante la Seconda Guerra Mondiale tornò in Sicilia, lavorando come restauratore e dopo aver frequentato l’Accademia Albertina di Torino e la scuola di pittura di Casorati, nel 1946 emigrò negli Stati Uniti. Ritornato in Italia nel 1949 riprese gli studi presso l’Accademia di Roma e nel 1956 tenne la sua prima personale. Organizzò in Italia importanti mostre di pittura astratta americana, collaborando con alcune riviste d’arte d’avanguardia. Creò una serie di acquaforte a colori e iniziò l’insegnamento presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. Il segno grafico circolare che caratterizza alcune sue produzioni particolarmente interessanti, ritorna nel bozzetto creato per l’arazzo della motonave Raffaello.
The flowers
da Andy Warhol
Tappeto in lana annodato a mano, cotone, 323x332 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Asti
Oggi conosciuto a livello mondiale, Andy Warhol è a tutti gli effetti uno dei simboli della Pop Art, artista dai molti e diversi aspetti, capace di coniugare candore e disincanto, sospeso tra profonde inibizioni e folgorazioni artistiche che cambieranno il mondo. La sua serie Flowers ebbe inizio a metà degli anni Sessanta, con due importanti esposizioni, la prima a New York, la seconda a Parigi, ospitate entrambe in prestigiose gallerie, luoghi iconici delle evoluzioni artistiche dell’epoca. Il tema dei fiori, caro all’arte, è qui riprodotto in modo ripetitivo, come Warhol faceva con le icone del suo universo, corolle tratteggiate con un disegno immediato e quasi infantile. La scelta di Ugo Scassa, attento conoscitore dell’arte contemporanea, propone ed interpreta il disegno dell’artista newyorchese, traendo dal gioco di fiori un vero e proprio prezioso tappeto d’arte.
Luisa
da Tono Zancanaro
Arazzo ad alto liccio in lana, 208x139 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Collezione privata, Pieve di Cento (BO)
Chiamato nel 1926 a compiere il servizio di leva a Torino, Tono Zancanaro iniziò il suo avvicinamento al mondo dell’arte proprio a Torino, frequentando i musei della città. Dopo il servizio militare, lavorerà per qualche tempo in banca, considerando con fastidio quell’occupazione che tuttavia lo mise in contatto con una prima cerchia interessante di persone. Inizia a viaggiare, abitudine che lo accompagnerà per tuta la vita, nel desiderio di conoscere nuovi luoghi, nuove persone e stringere nuove amicizie. Dal maggio al luglio del 1956 è in Cina, invitato per un soggiorno di studio assieme ad Agenore Fabbri, Antonietta Raphael Mafai, Aligi Sassu, Ampelio Tettamanti e Giulio Turcato. L'esperienza cinese si rivela fondamentale per l'evolversi dell'arte di Tono Zancanaro, lasciando profonde tracce nel suo modo di esprimersi fino alla fine della sua vita. Continua a viaggiare e ad organizzare mostre ovunque sia possibile, sempre alla ricerca di un contatto umano nuovo e stimolante. Scopre nella sua successiva evoluzione, la lavorazione della ceramica e della terracotta, continuando i suoi spostamenti tra Firenze, Roma e Ferrara: qui verrà organizzata nel 1972, nella cornice di Palazzo dei Diamanti, di Ferrara la sua prima vera mostra antologica. Il riscontro di pubblico e di stampa sarà la conferma di un percorso artistico giunto a maturazione.
Verdure
da Studio Zoncada su cartone di Tranquillo Marangoni
Arazzo ad alto liccio in lana, 215x700 cm
Arazzeria Scassa, Asti
Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma
Turbonave Michelangelo
Veneziano, Nino Zoncada studiò all’Accademia di Belle Arti della città lagunare, entrando nel 1923 a far parte dell’Ufficio Arredamento del Cantiere Navale Triestino di Monfalcone, partecipando ad importanti anni di transizione durante i quali allo sviluppo di nuove tecnologie navali e d’arredamento si affianca l’espressione di nuovi linguaggi artistici e architettonici. Zoncada entrò così in contatto con gli architetti e gli artisti più importanti presenti sulla scena tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Sessanta. Fondamentale per lo sviluppo di tutte queste istanze l’incontro tra Zoncada e Gio Ponti. Si aggiudicò per concorso l’allestimento di alcuni ambienti di Prima Classe del transatlantico Leonardo da Vinci e quelli della prestigiosa turbonave Michelangelo.
Carla Accardi
Roberto Aloi
Marcello Avenali
Mirko Basaldella
Olimpia Bernini
Fernando Botero
Corrado Cagli
Giuseppe Capogrossi
Felice e Francesco Casorati
Fabbrizio Clerici
Michelangelo Conte
Paolo Conte
Antonio Corpora
Salvador Dalì
Giorgio de Chirico
Roberto Ercolini
Max Ernst
Edoardo Giordano
Ezio Gribaudo
Costantino Guenzi
Renato Guttuso
Vassily Kandinsky
Paul Klee
Beatrice Lazzari
Umberto Mastroianni
Henri Matisse
Joan Miró
Luigi Montanarini
Francesco Muzzi
Gastone Novelli
Giovanni Omiccioli
Achille Pace
Ico Parisi
Achille Perilli
Renzo Piano
Luigi Piciotti
Giuseppe Picone
Mimmo Rotella
Henri Rousseau
Piero Sadun
Antonio Sanfilippo
Giuseppe Santomaso
Antonio Scordia
Mario Sironi
Luigi Spazzapan
Federico Spoltore
Emilio Tadini
Alessandro Trotti
Giulio Turcato
Paolo Uccello
Emilio Vedova
Antonio Virduzzo
Andy Wahrol
Tono Zancanaro
Nino Zoncada