Tecnica
Il lavoro di tessitura ad “alto liccio” è la prima e più nobile forma della tessitura ad arazzo. È anche la più lunga e laboriosa: per tessere un metro quadrato di arazzo occorrono in media 500 ore di lavoro. L’opera finale è il risultato di un’artigianalità capace di interpretare e fondere con successo, in un’unitaria espressione poetica, una tecnica millenaria con le più spregiudicate innovazioni stilistiche dell’arte figurativa moderna.
È una tecnica tradizionale, che già in età romanica veniva utilizzata dalle monache dei conventi sassoni,
nel Trecento a Parigi e presso le importanti manifatture di Arras, Tournai e Bruxelles. La medesima tecnica venne utilizzata dai maestri delle manifatture italiane cinquecentesche e dai
lissiers dei Gobelins tra Seicento e Settecento. Questa modalità di tessitura degli arazzi è rimasta volutamente immutata da secoli, senza nulla alterare della sua strumentalità che si vivifica nell’incontro con le nuove invenzioni stilistiche a testimoniare una nuova e più attuale sensibilità estetica.
Molto più avanti nel tempo, all’inizio del Seicento a Parigi, vennero creati i primi tappeti realizzati presso le celebri Manifatture della Savonnerie. Sotto la guida di Enrico IV e Luigi XIV venne ulteriormente incoraggiata una produzione nazionale e grazie alle manifatture di Aubusson e Beauvais i tappeti furono parte integrante ed essenziale dei grandi palazzi e delle dimore borghesi.
La
base o ordito è costituita da un unico filo continuo, spesso in cotone o seta, che, una volta tessuto al telaio, può essere utilizzato a coppie: su ogni coppia di fili di ordito, con un filo di lana o di seta a più capi, viene creato un nodo (ghordies per i tappeti di fabbricazione turca) o un
intreccio (è il caso di tappeti con nodo persiano). Questi nodi vengono posizionati uno per uno, possono essere di diversi colori per ottenere
schemi precisi
secondo un disegno precedentemente preparato, sul quale viene determinato il colore e la posizione di ogni nodo.
Le attività laboratoriali organizzate con le Università si tengono periodicamente tra le antiche mura della Certosa di Asti, nel laboratorio dove da sempre prendono vita gli arazzi Scassa. I corsi sono svolti accettando un numero ristretto e selezionati di studenti, questo per poter seguire ogni singola attività con attenzione, dando tutta la formazione necessaria. Allo stesso modo gli studiosi d’arte sono accolti per permettere approfondimenti legati non solo allo studio della tecnica ma anche alla definizione storico-artistica del lavoro svolto dall’Arazzeria, in un dialogo diretto con una realtà d’atelier che da vicino ricorda molte le botteghe d’arte rinascimentali.