L'Arazzeria

L’Arazzeria 

La sede dell’Arazzeria Scassa si trova alle porte di Asti, all’interno della Certosa di Valmanera, un antico monastero costruito nel corso dell’XI-XII secolo dai monaci vallombrosani, passato successivamente ai certosini che l’abitarono fino all’epoca napoleonica.


Abbandonata e in buona parte distrutta, la Certosa è stata recuperata tra il 1962 e il 1965, per ospitare il laboratorio dell’Arazzeria Scassa, che si occupa di tessitura ad alto liccio di arazzi contemporanei, ad oggi uno dei pochi ancora operanti in Italia. L’Arazzeria Scassa ha tessuto centinaia di arazzi sino alla scomparsa del suo fondatore, Ugo Scassa, avvenuta il 22 gennaio 2017 e continua ancora oggi la sua attività sotto la guida di Massimo Bilotta, nipote di Ugo Scassa e Amministratore Unico. Tra gli artisti autori di bozzetti ritroviamo i grandi nomi dell’arte italiana come Carla Accardi, Fabrizio Clerici, Michelangelo Conte, Giorgio de Chirico, Piero Dorazio, Roberto Ercolini, Mario Giansone, Edoardo Giordano, Ezio Gribaudo, Costantino Guenzi, Beatrice Lazzari, Luigi Montanarini, Gastone Novelli, Giovanni Omiccioli, Achille Pace, Giuseppe Vittorio Parisi, Achille Perilli, Luigi Piciotti, Giuseppe Picone, Mimmo Rotella, Pietro Sadun, Antonio Sanfilippo, Antonio Scordia, Federico Spoltore, Emilio Tadini, Alessandro Trotti, Emilio Vedova, Antonino Virduzzo e Tono Zancanaro, oltre ad un nutrito gruppo di grandi artisti internazionali, ad esempio Salvador Dalì, Max Ernst, Vassily Kandinsky, Paul Klee, Henri Matisse, Joan Miró e l’architetto Renzo Piano. Nomi che indicano chiaramente quali esigenze estetiche abbiano impegnato le risorse tecniche dell’Arazzeria Scassa in mezzo secolo di attività.

L’arazziere Ugo Scassa

Ugo Scassa, nato a Portacomaro d'Asti il 28 dicembre 1928, dal 1934 ha vissuto ad Asti fino agli ultimi giorni della sua vita. Tutto nasce dal suo interesse per l'arte figurativa e dal desiderio di trasformare questa passione in un personale, concreto coinvolgimento.


All'inizio Ugo Scassa ebbe l'idea di abbinare l'arte d'avanguardia a una delle più antiche fra le arti applicate: la tessitura di arazzi. A distanza di oltre sessant’anni nella veste di arazziere, gli si riconosce un grande successo documentato dai rapporti intercorsi con artisti come Corrado Cagli e Felice Casorati, Giorgio de Chirico e Renato Guttuso, Umberto Mastroianni e Mirko Basaldella, Luigi Spazzapan ed Emilio Vedova. Una delle avventure più intense ed interessanti del suo percorso artistico è stata la traduzione ad alto liccio dei disegni dell’architetto Renzo Piano. A questo importante corpo artistico dobbiamo aggiungere tutta una serie nutrita di arazzi realizzati in omaggio agli artisti più amati, come Paul Klee, Vassily Kandinsky, Joan Miró, Henri Matisse e Max Ernst.

Massimo Bilotta, l’erede della tradizione

Due sorelle, Katia Alcaro, moglie di Ugo e Franca Alcaro, madre di Massimo, hanno continuato a portare avanti quotidianamente il lavoro di tessitura per decenni, realizzando con mani ed occhi esperti molti degli arazzi Scassa. Massimo ha respirato l'atmosfera dell'Arazzeria fin da bambino, intraprendendo una carriera nell'architettura.


Venuto a mancare lo zio Ugo, Massimo Bilotta ha scelto di valorizzare il tesoro di famiglia, portandolo verso il futuro con grande umiltà e passione, sensibilità artistica e lungimiranza. La sua visione poggia su alcuni aspetti fondamentali: la creazione di eventi espositivi, permettendo a tutti di ammirare dal vero, in ogni dettaglio, gli arazzi Scassa e la formazione, indispensabile per trasferire il sapere ai nuovi tessitori, anche grazie alla collaborazione con le Accademie d'arte. La fondazione di un centro culturale, come progetto per rilanciare la storia dell'arazzo, nel desiderio di avvicinare quante più persone possibili all’arte e alla storia. A questi aspetti si aggiunge la produzione di nuovi arazzi su commissione di privati e artisti, per ampliare l'heritage delle opere realizzate dall'Arazzeria Scassa. 

La storia dell’Arazzeria Scassa

L’Arazzeria Scassa raggiunge la fama nel 1960 in campo nazionale con un evento clamoroso: la vittoria del concorso, per la decorazione del Salone delle Feste di Prima Classe della turbonave Leonardo Da Vinci, con la realizzazione di sedici arazzi, sei su disegno di Corrado Cagli e a seguire Giuseppe Capogrossi, Giulio Turcato, Antonio Corpora, Giuseppe Santomaso e Olimpia Bernini, tutte opere tessute ad Asti.


Con il progetto per realizzare gli arazzi per la turbonave di Stato iniziò la fortunata collaborazione con Corrado Cagli, durata ininterrottamente fino alla morte del Maestro avvenuta nel 1976 e accompagnata da lusinghieri successi, tra cui le ordinazioni di nuovi arazzi per le turbonavi Michelangelo e Raffaello.


All’Exposition International de Tapisserie Contemporaine del 1963, tenutasi presso lo Château de Culan in Francia, l’Arazzeria Scassa rappresentò l’Italia, in concorrenza con altre sette nazioni tra cui Francia e Belgio, con soli tre arazzi realizzati ad alto liccio su cartoni di Cagli e Basaldella.

In una corrispondenza speciale da Parigi il New York Herald Tribune del 26 luglio così scriveva: Italy Outstanding - Eight countries are represented. Italy has but three tapestries in the show, but in a country by-country evaluation, they are the best, affermando che i tre arazzi italiani risultavano essere i migliori dell’esposizione e i soli veramente degni di competere con quelli di Henri Matisse e Jean Lurçat. 

Lo stesso anno l’arazzo I Gemelli, tessuto presso l’atelier astigiano su cartone di Francesco Muzzi ed esposto al Padiglione Italiano della III Biennale di Parigi, attirò l’attenzione del Ministro André Malraux e fu successivamente acquistato dal Ministero degli Affari Culturali per le Collezioni dello Stato francese.

Nello stesso periodo, arazzi su cartoni di Cagli, Renato Guttuso e Mirko Basaldella furono esposti nella mostra dell’Herbstsalon di Monaco di Baviera


L’Arazzeria Scassa ha presentato nel corso del tempo le proprie opere presso le maggiori esposizioni internazionali, tra cui Atene, Parigi e Göteborg, alla mostra itinerante nei musei americani organizzata dal MoMa di New York e alla mostra The Italian Art of Living, tenutasi nel 1992 a Park Avenue. Grazie a questi risultati prestigiosi, le commissioni di enti e privati si moltiplicarono, impegnando l’Arazzeria Scassa in lavori importanti, anche da un punto di vista strettamente legato alle dimensioni del lavoro. Ne sono un esempio due arazzi: L’Europa dopo la pioggia, opera tratta dalla produzione dell’artista Max Ernst ed esposto alla Mostra Le muse inquietanti, tenutasi presso la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino nel 1967, che misura 204x478 cm e L’Apollo e Dafne di Cagli, ora di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e proveniente dalla Collezione Angelo Rizzoli di Milano, che misura 290 centimetri di altezza per 530 centimetri di larghezza. Capolavori d’arte di straordinario effetto, le cui dimensioni permettono un’immersione completa nel vivo della trama. 


Altre opere risultano importanti per numero e destinazione, vogliamo ricordare ad esempio il Cristo risorto e il San Giorgio di Corrado Cagli, che entrarono a far parte della dotazione delle Gallerie Pontificie in Vaticano e il Narciso di Corrado Cagli, destinato alla Sala della Presidenza del Senato della Repubblica Italiana.

L’enigma di Febo di Corrado Cagli è esposto nell’atrio delle Sede RAI di Torino, l’arazzo Eurinome, realizzato su opera di Umberto Mastroianni venne tessuto per l’aula della Corte d'Appello di Roma. Gli Emigranti di Mirko Basaldella appartiene alla Fondazione per le Ricerche Antropologiche Wenner-Gren di New York. Una serie di arazzi su cartoni di Marcello Avenali venne tessuta per il Banco di Santo Spirito a Roma, ora Banca di Roma.


Tre arazzi, due su bozzetti di Luigi Spazzapan e uno di Felice Casorati, sono parte del Salone dei Trecento dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino. Una serie di quattro arazzi su cartoni di Corrado Cagli, Renato Guttuso, Mirko Basaldella e Mario Sironi e due su cartoni di Francesco Muzzi sono tessuti per i saloni delle case dell’O.N.P.I., Opera Nazionale Pensionati d'Italia, attualmente di proprietà dei Comuni di Meldola (Forlì) e Torino. Un arazzo su cartone di Luigi Spazzapan venne tessuto per la Camera di Commercio, Industria, Artigianato ed Agricoltura di Asti. Uno su cartone di Felice Casorati per la Banca Cassa di Risparmio di Asti.


L’Arazzeria Scassa ha tessuto i Gonfaloni delle Regioni Lombardia e Piemonte, della Provincia di Asti e delle Città di Asti e Taormina.

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